Capita anche a te?

Io ho una pessima abitudine: cercare una fila di poche persone alle casse dei superipermercati. Ce l’avete anche voi? Eh, lo so: ce l’hanno tutti.
Arrivi alla fine del tuo giro, più o meno di fronte alla cassa 36, e ti muovi felino con il carrello per guardare dove andare a piazzarlo. La 36 è piena. Guardi i tizi in fila composta, che aspettano il loro turno e ti fanno pena. Ah, che fessi che siete. Ahahah. Mediocri. Arrivate alla fine del supermercato e cosa fate? Vi fermate alla cassa 36. Banale. Coglioni.

Loro sorseggeranno orangina sul divano guardandosi il dvd di spacchenegger che vendevano in offerta a 4,99 e tu stai ancora inseguendo la voce che dice: apre la cassa 9, apre la cassa 9… Tu e altri venti. Tutti alla cassa 9.

Una è piena. Una ha solo due carrelli, ma pieni. O no? Quello lì è pieno o no? Perché mi sembra che ha un bel po’ di confezioni d’acqua da sei. O mi sbaglio? ‘Spetta che mi avvicino a guardare meglio. Mmh, no, però ha un sacco di scatolette… E’ più facile giocare a Risiko.

Se hai un numero di oggetti minore o uguale a 10 sei più fortunato. Infatti puoi andare alla CASSA VELOCE. Ci sei tu e ci sono altre trentacinquemila persone che hanno dieci oggetti. Certi furbi ne hanno 12 e si infilano lo stesso, i bastardi. Tutti davanti a te, tutti alla CASSA VELOCE. Alcune hanno anche il cartello con l’icona apposita, della stramaledetta CASSA VELOCE. Vieni qui. Hai comprato poco? Passa da questa parte e ne esci subito.
Stocazzo! In realtà è: hai comprato poco? E adesso la purghi! Mettiti in fila nella CASSA VELOCE e muori d’inedia.

Io, comunque, per quanto mi sforzi di trovare una cassa con solo una o due persone davanti a me, alla fine resto ugualmente in attesa per un semestre, poiché accade almeno una di queste cose, sempre:

1) La signora davanti a me ha comprato un prodotto che non è nel loro database. La commessa telefona a un personaggio X che le passa comunicazioni misteriose. Dopo cinque minuti arriva una tipa sorridente che prende il prodotto sconosciuto e se ne va. Gira per il supermercato, lo cerca, lo trova e torna a dire il prezzo alla cassiera, che lo digita. Che se me lo chiedeva a me, cazzo, andavo a guardare io e si faceva prima.

2) A un tratto si scopre che la cassa chiuderà dopo quello che c’è prima di me. La cassiera alza la testa, mi guarda, indica quello che c’è davanti a me e dice: “Dopo il signore sono in chiusura, mi spiace”.

3) La coppia davanti a me ha una carta di credito che non viene riconosciuta dal sistema. La tizia la passa nell’affare, ma l’affare fischia e non ne vuole sapere. Telefonata a Mister X. Messaggi in codice dall’altro capo del filo. Dopo mezz’ora arriva un addetto ai pagamenti impossibili che porta con sé la coppia, la carta, lo scontrino e la loro spesa e non si vedranno mai più.

4) Poco prima del mio turno finisce il rullo di carta del registratore di cassa. Attesa di dieci minuti per cambio e manutenzione.

5) La tipa davanti a me è venuta da sola e ha fatto la spesa per la caserma dei bersaglieri e prima mette tutto sul rullo, poi paga, poi mette tutto, con tranquillità, nei dieci sacchetti che deve riempire, dividendo bene le cose leggere da quelle pesanti da quelle che si rompono da quelle che si schiacciano da quelle che si sbriciolano… E la cassiera intanto fa andare la mia spesa, muovendo quel divisore di spese che c’è alla fine del rullo e che ti lascia 8 cm quadrati da gestire. La roba arriva e si ammassa tutta in quel poco spazio e devo buttare tutto nei sacchetti di fretta e questo è uno dei motivi, lo giuro, per i quali ringrazio il destino di non avermi messo nella condizione di essere armato.

6) Poco prima del mio turno una tempesta magnetica dalle cause sconosciute manda il tilt il lettore di bancomat e carte di credito. La cassiera alza la testa, mi guarda sorridendo dispiaciuta e dice: “In questa cassa da adesso solo contante, mi spiace”. Che non ho, ovviamente. Anche perché oggi per comprare sei cazzate servono minimo cento euro, quindi non è così semplice avere in tasca i soldi che servono per una spesa.

7) La signora prima di me si è accorta che le hanno battuto i collant a 3,95 € mentre lei li ha visti in offerta a 2,95 €. Ma signora, non sono in offerta questi qui, sono in offerta quelli dell’altra marca. Ma cosa crede, che sono scema? Guardi che sono proprio questi qui! Signora, le assicuro che sono gli altri. Ma se le dico che sono proprio questi qui! E io penso: non chiamare, non chiamare, non chiamare, te lo do io sto euro ma tu non chiamare… Ma lei chiama. Pronto, Mister X? Puoi mandare Monia a verificare se delle calze Pinco sono o meno in offerta?

8) Il marito della signora che fa tutto lei prende una bottiglia dal carrello per il gusto di fare qualcosa anche lui e gli cade. E si rompe. E va merda ovunque e si deve aspettare la tizia che viene con secchio e mocio e paletta. E intanto la signora che fa tutto lei fa la sua brava cazziata al marito.
In alternativa si rompe la bottiglia direttamente sul rullo, così restano un po’ di chiazze bagnate di quelle che non pulisce nessuno. Le guardi che passano ogni tanto e mentre metti la roba sul rullo gli giri attorno. Questo lo appoggio qui, questo qui… lascio passare la pozza di sostanza sconosciuta… questo lo appoggio qui

Così, da quando vado a fare la spesa in questi luoghi infernali, a parte due o tre volte o al massimo quattro, che io mi metta in fila ad una cassa vuota o ad una cassa piena non cambia nulla: starò lì un’ora.

E se mentre sono in una coda di cento carrelli mi accorgo che due file più avanti c’è una cassa con solo un paio di persone in coda e vado subito dietro a quelle… bé, succederà una delle cose suddette e la cassa con cento persone filerà a meraviglia. Io sarò ancora lì immobile come uno stronzo e quello che era davanti a me, 99esimo della fila, sta pagando felice la sua spesa.

Cose mie

Ultim’ora

Il mondo è terrorizzato da quando è stata comunicata la notizia di un gatto trovato morto sull’isola Ruegen, vicina alla costa settentrionale della Germania, a causa dell’influenza aviaria. Come tutti sanno, sull’isola di Reugen raccolgono gatti morti e li analizzano in laboratorio.

E’ importante tranquillizzare gli italiani sulla sicurezza del gatto nostrano. Il gatto italiano mangia solo prelibati gourmet da 1,20 € a scatoletta e non mette in bocca nessun uccello, nemmeno durante le tipiche serate dell’ammore nelle quali miagola sotto le finestre della gente per bene rompendo non poco i testicoli.
Quando il gatto italiano muore, muore sulla strada, perché ha una strana usanza: se sta attraversando ed è già quasi dall’altra parte della strada, appena vede sopraggiungere una macchina torna indietro e va dall’altra parte. E muore investito!

Insomma, italiani, non fatevi spaventare come vostro solito da tutto questo allarmismo e niente paura: il gatto italiano è sicuro!

Infine, per fare la sua parte e convincere il popolo che sull’aviaria si fa del terrorismo, Lamberto Sposini, vicedirettore del Tg5, questa sera mangerà un gatto in diretta nell’edizione delle 20 del Tg5.


Cronaca vera/nera, Va tutto bene