Standard: esempi pratici

L’altro giorno mi sono comprato una stampante per 39 euro. Un affare, mi sono detto. L’ho installata e l’ho usata fino allo sfinimento della cartuccia e quando si è esaurita sono andato al negozio per comprare una nuova cartuccia.
55 euro.
Scusi, può ripetere? Ma ho capito bene, ovviamente, non sono mica sordo: 55 euro.
55 euro la cartuccia e 39 euro la stampante. Chiedo se ci sono altre stampanti da 39 euro. Ce ne sono ancora: compro una stampante. Butterò quella vecchia, viva la razionalizzazione intelligente dei materiali.

E viva gli standard. C’è una parete intera, in questo megastore, alla quale sono appese varie centinaia di modelli di cartucce per stampante. Ogni maledetta stampante che esiste sulla faccia della terra ha una cartuccia differente dalle altre. Nei casi migliori, la stessa cartuccia va su due o tre stampanti diverse. Ma che figata. Fra cinquant’anni ci saranno negozi che venderanno solo ed esclusivamente cartucce. Ma che dico negozi: grandi magazzini. Vagheremo tra corsie lunghe chilometri con il nostro bigliettino in mano con su scritto quale cartuccia ci necessita, fino allo sfinimento e invecchiamento e morte dell’anima.

Già che sono al negozio mi compro un microfono, che vorrei farci delle cose per il mio sito e altri esperimenti che ho in mente da un po’ di tempo… E quando torno a casa mi accorgo che il jack del Macintosh è differente, è piccolino e servono microfonini con i jackettini piccolini fatti da Steve Jobs personalmente con le sue brave manine, io credo, proprio quelle che gli spaccherei adesso a legnate.

Intanto arriva un amico con un cd e mi dice Scusa, puoi aprire questi jpeg fatti su Mac e salvarli così che si possano vedere anche su PC? Li hanno salvati senza estensioni e Win XP non capisce da dove arrivino e così prova ad aprirli con il Media Player. Windows prova ad aprire tutto con il Media Player. Anche il Mac, però, suvvia: perché salva delle cose che poi non si possono aprire su Win? Allora apro tutte queste foto e gliele salvo con l’estensione jpg, e per sicurezza anche con quella jpeg e già che ci sono gliele salvo tutte anche in bmp. E per essere ancora più tranquillo dico a Photoshop di simulare “Windows RGB”, in alternativa a “Macintosh RGB”, così sono (quasi) sicuro che l’amico vedrà i colori (quasi) come li sto vedendo io adesso.

Nel frattempo Grazia mi chiede se so quale maledetto programma genera estensioni mcw, perché non riesce ad aprirle. Allora dopo un po’ di tempo e ricerche sull’online (per dirla con le riviste fighe) scopriamo che sono di una qualche versione vecchia di Word per Mac. Io ho Mac OS X e Word per Mac OS X non ce l’ho. Però ce l’ho per Mac OS 9. Che non è la stessa cosa. Sono due sistemi operativi diversi e se avevi Photoshop che girava sul 9 adesso te lo compri nuovo e lo fai girare sul dieci. Se no in emulazione. Ho comprato un Mac strafigo da salcazzomila euro e ci faccio girare i programmi in emulazione del vecchio sistema? Stocazzo.
Comunque bando alle ciance. Non c’è l’ho proprio sull’hard disk, quindi né X né 9 né Y né Z. Ma ce l’ho sull’iBook vecchio che non va avanti manco a spingerlo. E’ bellissimo, ma è così lento che mentre si è avviato la prima volta sono usciti dieci modelli nuovi dell’iBook. Lì sopra c’è Word per Mac, però, ed ecco che quindi passa immediatamente da merdata a figata. Ho Word 6 e questi erano fatti con Word 4 (o 5?) per Mac e niente, Word XP o Word 2000 o Word Salcazzo per Win non li riconosceva più. Si vede che alla Microsoft per risparmiare sulle righe di codice hanno levato un po’ di formati. Si saranno detti ma chi vuoi che abbia ancora dei files mcw?
Ma Word 6 per Mac li vede e allora li salvo in Word 2000 per Win, che mi dico con questi siamo tranquilli. E in RTF, ovviamente. Con l’RTF si va alla grande. Cioé, si fa per dire…

Infine, già che ci sono, decido di installarmi anche Word per Mac OS X. C’è una versione di prova sul sito della Microsoft. Si può usare per un mese e convincersi che è bellissimo e quindi comprarlo. Lo installo, lancio Word, si chiude inaspettatamente. Lo rilancio. Si richiude. Sempre inaspettatamente, of course. Il Mac dice proprio: l’applicazione si è chiusa inaspettatamente.
Il problema forse sta nel fatto che quello è Word per il Mac OS 10 o al massimo 10.1, mentre io ho Jaguar, che è 10.2… Anzi, tra un update e l’altro adesso è diventato 10.2.5.
Per Jaguar c’è un update, di Word, solo che non funziona con la versione di prova. Bisogna comprare l’originale, poi installare l’update e poi sperare che gli euro spesi non si chiudano inaspettatamente insieme a Word e alle vane speranze.

Ma io ho un sogno, I have a dream, come Berlusconi. Cioé il mio sogno non è come il suo. Con lui condivido questo fatto di avere un sogno. Il mio sogno è diverso. Nel mio sogno ci sono computer che fanno quello che devono fare e io che mi limito a dirgli cosa mi serve che facciano. Nel mio sogno compro cartucce e le infilo nelle stampanti e apro una versione di Word e scrivo e stampo e salvo e la mando a un mio amico, che se la apre se la legge se la stampa ci fa quel che vuole.
Nel mio sogno i computer sono come un televisore o un frigorifero. Funzionano, e io nemmeno so perché.
Poi, però, mi sveglio. Faccio colazione e accendo il portatile e quando mi siedo il buongiorno me lo da’ una .dll mancante.
Annullo, riprovo o tralascio?

Cose mie